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Paste

Lo so che non se ne può più, che tutta la stampa ne ha parlato (quasi sempre a vanvera) e che discuterne serve a poco, ma - più per scaricare me dal dovere di farlo che per convincere voi (che la sapete lunga) - stavolta parliamo di droghe; non in generale, bensì di quelle che si confezionano in compresse, in pillole, insomma le pasticche... per gli amici le paste.

Lo sapete tutti, no? Un ragazzo è morto a Brescia e altri sono finiti in ospedale, inclusa una ragazza di Milano che ha subito il trapianto del fegato dopo aver preso mezza pasticca. Il Parlamento è in fibrillazione, la Iervolino (che non gli pare vero di tornare sulla sua breccia preferita - peccato non ci sia più Muccioli...) vuole riscrivere le tabelle che contengono le sostanze proibite, includendoci quelle nuove (quindi forse aggiornandole ogni settimana..), i Vescovi propongono di aprire le chiese al sabato sera (l'oppio dei popoli contro le paste); insomma: c'è una mobilitazione generale sulla questione "salviamo i giovani dalle pasticche".

E io sono molto d'accordo. Se qualcuno mi vende una pasta (che ovviamente NON è Xtasy) di cui ne basta mezza per poi doversi far trapiantare il fegato, costui andrebbe appeso per i mignoli dei piedi e lasciato lì a tempo indeterminato, lui e chi gliela passa. Chi lucra sulla salute degli altri va certamente punito (a meno che non scriva sulla scatola: "Attenzione: ne basta mezza per giocarsi il fegato" e la venda ai maggiorenni). Il problema però, non è di chi produce o vende questa merda (che, per cortesia smettiamo di chiamare Xtasy) ma di chi gliela fa produrre in tranquillità, consentendogli guadagni inauditi e una certa impunità. Chi sono questi criminali? Facile; sono quelli che strillano più forte in questi giorni: i proibizionisti.

E' infatti evidente che la brutta storia della ragazza di Milano (a cui vanno tutti i miei auguri di una rapida ripresa) non sarebbe mai accaduta se Milano fosse come Amsterdam: sarebbe bastato comperare una pasta in più (assieme ai suoi amici) per farla analizzare da un furgone della Uls attrezzato per questo, strategicamente piazzato proprio al centro della città. Lì, in un quarto d'ora, un chimico le avrebbe detto che quella era merda pericolosa, ed ora il suo fegato starebbe ancora al suo posto. Ma vediamo brevemente quali sono gli argomenti di chi propugna la linea dura:

  • "Tutti si drogherebbero moltissimo"; bugia. L'alcool è legale: siamo forse tutti alcolisti? La nicotina pure: chi di voi è nicotinomane all'ultimo stadio?
  • "La situazione sarebbe incontrollabile"; falso. E' ora che la situazione è incontrollabile e chiunque, agevolato dalla proibizione, può produrre e vendere merda pericolosa per chiunque, inclusi i minori.
  • "Sarebbe criminale offrire droga di stato ai giovani". Si? Mi pare peggio offrirgli della droga di mafia. Mi pare molto grave lasciarli a sbrigarsela da soli con questa roulette russa; e poi spesso chi si sente male per le paste ha paura di andare in ospedale perché forse poi sarà denunciato: questo è inaccettabile.
  • "Bisogna far smettere tutti di drogarsi". Ecco un'altra fesseria. Ma come, le paste sono diffusissime, se ne vendono circa 60.000 al mese nella sola Lombardia e tu, come rimedio urgente ad una situazione grave, mi proponi che tutti smettano? E' come aspettare che spiova (o danzare a questo scopo) invece di comprarsi un impermeabile. I ragazzi muoiono, o restano invalidi a vita, per via di sostanze adulterate (tra l'Xtasy e questa roba c'è lo stesso rapporto che c'è tra Cozze e Colera) e tu come soluzione proponi che tutti smettano di drogarsi? E' evidente che non te ne fotte niente, che ti serve di usare parole come "emergenza", "tragedia" o "intervento urgente" per ramazzare consenso.

Chiudo ricordando che la nostra droga nazionale (il vino) è tutelatissima sotto il profilo sanitario, e venderne di adulterato è considerato reato grave (ricordate il caso del metanolo?). Per le paste invece non è così: se le vendi innocue oppure mortali per Rosa Russo è lo stesso. Roba da pazzi.

(pubblicato 12/99)