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Fumo

No, non è un articolo sugli spinelli, che oramai vengono considerati innocui da tutti tranne che dal nostro Ministro degli Interni, che continua a mandare cani poliziotto ai concerti esattamente come farebbe Pinochet al suo posto; parlo invece delle sigarette, al centro di una campagna di dissuasione talmente poderosa che se fosse incentrata sulla stronzaggine ("chi è stronzo avvelena anche te: digli di smettere") potrebbe rendere il mondo un posto davvero migliore.

Quando ho iniziato a fumare lo si poteva fare praticamente ovunque: nei cinema, alla posta, sui treni. Qualcuno si lamentava ma nessuno ci faceva davvero caso. Poi, giustamente, sono arrivati i primi divieti: basta fumare al cinema (che mi pare sacrosanto), nei treni si poteva solo nelle apposite aree (altra cosa giustissima), negli uffici tendenzialmente no; nasceva insomma la coscienza dei danni del fumo (che fa veramente malissimo) e delle misure (sane e ragionevoli) volte a limitare questi danni.

L'effetto collaterale negativo di questa nuova coscienza è stata la comparsa del "Non Fumatore Professionista", un isterico/a oltranzista che non si limita a non fumare (cosa assai sana) o a tentare di dissuadere i suoi familiari dal farlo (cosa pure legittima), ma tritura il cazzo all'universo tutto nel tentativo di realizzare un mondo senza fumo. Se entra in un bar e qualcuno fuma lui/lei subito alza la voce, si lamenta del puzzo, etc. Se si trova a dover attraversare una zona fumatori si tappa il naso, corre, sbuffa visibilmente, protesta. E' lo/a stesso/a che poi va ovunque in auto, mangia burro impanato fritto nell'olio (che è causa di morte quanto e più del fumo), si ingorga di antibiotici e magari pippa, ma va tutto bene: lui/lei non fuma, ed è quindi una persona sana.

Se fumi, insomma, sei una merda. Non importa cosa fumi (di pipa non è mai morto nessuno), se ne fumi 3 o 300 al giorno, non importa nemmeno se aspiri o no: fumi? Sei una merda e devi smettere.

Adesso ci è toccato un Ministro della Sanità così, Umberto Veronesi. Una figura d'altri tempi, un David Niven della salute pubblica. Sempre azzimatissimo, con camicie dai colli veramente intensi (e certamente dannosi per la salute) questo Rossano Brazzi del benessere, non appena nominato ministro, ha fatto subito due mosse degne di Martufello. Ha annunciato, in un coro di pernacchie, una proposta di legge antifumo simile in tutto e per tutto all'apartheid; l'unica cosa mancante è una stella grigia da cucire sulla giacca dei fumatori. Dimostrando tra l'altro una scarsissima coscienza scientifica; mi spiego: se si accetta il principio che il fumatore (quello incallito, ovviamente) è un tossicodipendente (è stato dimostrato che nelle sigarette sono state inserite apposta delle sostanze che creano dipendenza) come si può prescrivere una dieta così radicale? Come pensa di riuscirci? Dove ha studiato? Cura la forfora con la decapitazione? Non lo sa che ci sono pratiche ben più dannose per il prossimo del fumo passivo, che poi è una teoria ancora tutta da dimostrare e comunque applicabile solo in casi limite?

Fumare è in realtà un atto sostanzialmente autolesionistico. L'uso indiscriminato dell'automobile invece - ma è solo un esempio - colpisce tutta la collettività, inclusi i bambini (in presenza dei quali non mi sognerei MAI di fumare), ma al Ministro questo fatto dev'essere sfuggito, tra una seduta dal sarto e un salto in sala trucco.

La seconda scivolata, ben più plateale, riguarda gli organismi geneticamente modificati. Una mattina leggo sul giornale che ha dichiarato che questi prodotti sono sicuri, che non fanno male e che andrebbero liberalizzati; il giorno dopo vedo che ha fatto marcia indietro su tutta la linea, della serie "lascia perdere che è meglio".

Nel gioire per il lieto fine vorrei lasciarvi una perlina del dott. Boncinelli, grande tifoso della modificazione genetica e collega del Ministro:

"...Pochi mesi fa si é addirittura visto che, innestando su una mosca geni per gli occhi di topo, si sono ottenuti in quell'insetto occhi addizionali sulle ali, le zampe o il torace."
(intervista a "Le Scienze", marzo 1996)

il Dott. Frankenstein a questi qua gli fa una pippa.

(pubblicato 9/00)