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 Comunismo

Silvio Berlusconi l'ha detto chiaro e tondo all'acne giovanile riunita al meeting di Rimini: "L'anticomunismo è un dovere morale" (e manco a dirlo quei brutti buttiglioni dei ciellini riuniti si sono spellati le pinne ad applaudire, già pronti a donare oro a Forza Italia). E' un'atteggiamento furbo, quello di Berlusconi: essendosi alleato con dei fascisti (ed avendo lui stesso una venerazione sconfinata per la propria personalità ) gli fa gioco insistere sul Comunismo e paragonare i Campi di sterminio nazisti coi Gulag sovietici, la Russia con la Germania hitleriana e il Marxismo-Leninismo col Nazismo.

Già da qualche anno si tende a fare questo confronto tra Comunismo e Nazismo; lo fa la destra, a cui come vedremo evidentemente conviene, e lo fa perfino la sinistra: splendida la copertina del Manifesto con D'Alema e Veltroni giovanissimi e la didascalia "Facevamo schifo". Nella disperata corsa verso il centro nessuno ha perso tempo a rinnegare tutto quello che avevano pensato solo fino a ieri, dichiarandosi kennediano (Kennedy sarà pure stato un grand'uomo, ma se la prese un bel po' con Cuba, e non solo per ragioni di sicurezza del suo paese), liberista, cattolico di sinistra, etc.

Il comunismo come idea nasce nella seconda metà dell'800 sull'onda della rivoluzione industriale. All'epoca i lavoratori erano sfruttati e basta; uomini, donne e bambini che per due soldi lavoravano dall'alba al tramonto nelle industrie dell'epoca: degli inferni in terra dove si moriva come mosche. I padroni erano pochissimi, ricchissimi e cattivissimi; semplicemente NON ESISTEVANO regole. Di più: non era stabilita un'età minima per lavorare, ne' c'era la pensione per chi non poteva farlo più. Queste enormi masse di disperati (poi definiti "proletariato", e cioè persone il cui unico bene erano i figli, appunto la prole) non avevano nessun diritto (di voto, di istruzione minima, di parola, etc.) e basta.

In questa realtà nasce Il Comunismo, quello che appunto terrorizza Berlusconi. L'idea originaria era di sovvertire questa tremenda situazione; basta con la proprietà : tutto apparterrà al popolo. Via anche le classi sociali: tutti avranno gli stessi diritti e doveri, e la stessa retribuzione. Il potere? Al popolo (tenete conto che all'epoca c'erano ancora le monarchie), che lo gestirà tramite suoi rappresentanti. Nello stesso ambito culturale nasce il movimento sindacale che, appoggiato dai terribili comunisti, negli anni lotterà per migliorare le condizioni delle masse dei lavoratori (mica come adesso, che i sindacalisti dormono beati).

Com'è andata lo sappiamo tutti: le realizzazioni pratiche del comunismo, l'Urss per prima, hanno fallito miseramente quasi tutte, per ragioni che sarebbe lungo spiegare ma che non cambiano la realtà : fin'ora non ha funzionato (anche se Cuba resta un caso esemplare). Ci restano però, fortunatamente, tutti i benefici che anni ed anni di lotta dei comunisti hanno portato a tutti quanti: le quaranta ore settimanali, la libera associazione, il riposo garantito, le condizioni di sicurezza, l'età minima lavorativa, il diritto alla maternità , il miglioramento della condizione femminile, la libertà di manifestazione, di sciopero, e via dicendo.

Il Nazismo nasce negli anni '20 ad opera di un singolo pazzo furioso: persegue la conquista di spazio vitale per il popolo germanico e lo sterminio di tutte le diversità etniche, sessuali, ideologiche, religiose, etc. Programmaticamente fa fuori sei milioni di ebrei, riduce l'Europa ad un colabrodo e marchia il ventesimo come il secolo più atroce di tutti. Le eredità culturali del Nazismo sono un bel cazzo di niente; è un'esempio di orrore insuperabile e basta.

Il Comunismo come l'abbiamo conosciuto è morto per sempre: qualcuno svegli Berlusconi e glielo spieghi. E già che c'è gli cacci anche il quella testaccia pelata che il suo paragone tra Comunismo e Nazismo non sta in piedi nemmeno se lo impala.

(pubblicato 10/00)