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Cattiveria (06/01)


Di solito il cattivo sono io. La mia cattiveria, generalmente diretta contro chi mi sembra che conduca la propria esistenza (umana e professionale) in maniera sciatta e poco sensata, a me pare semplicemente un modo di vedere la realtà che spesso ne rivela la vera natura. Se ogni tanto passate da questa pagina dovreste saperlo bene: spesso i miei commenti sono una miscela di realismo tinto di cattiveria (sempre giustificata, secondo me), e dai vostri commenti direi che è una linea che apprezzate, almeno nella maggioranza. I diretti interessati invece quasi mai, anche se una bella cattiveria spesso serve a dirsi poi francamente quello che si pensa: è successo recentemente con Jovanotti a seguito di un mio commento su di lui , a suo parere cattivo, pubblicato proprio qui.

Sorella di questa attitudine ce n’è un’altra che coltivo con cura: la sincerità. Questa, a differenza della cattiveria, è una merce piuttosto rara, per ragioni ovvie: l’ipocrisia, la poca voglia di confronto, il desiderio di non scontentare nessuno, la constatazione che è più facile dire bene che male, etc. La mia sincerità, come la cattiveria, mi ha portato un sacco di noie (perché spesso si accompagna alla cattiveria) ma anche alcune gioie. Una di queste è che, essendo sincero, alcune persone sanno di poter contare su un mio parere schietto e dritto.
Ecco come mai ricevo la mia buona dose di demo, cd e nastri di gruppi esordienti che vogliono la mia opinione: da me ci si aspetta un giudizio diretto, aspettativa certamente alimentata da quello che scrivo (vorrei qui scusarmi con tutti quelli a cui non ho ancora risposto: sono in ritardo di circa sei mesi sull’ascolto dei demo...). E infatti mi ascolto questa musica e poi (privatamente) do la mia opinione; che spesso è pessima. Va infatti detto che la grande maggioranza di ciò che mi arriva è terribile. Ma non nel senso che è musica brutta o suonata male (anche se a volte...); il principale difetto è che è derivativa in una maniera insostenibile. Ho capito che ti piacciono i Limp Bizkit; hai fatto la copertina del demo uguale, la tua musica è la fotocopia scrausa della loro e i tuoi vestiti sembrano rubati dal loro armadio. Ma se devo ascoltarmi quel genere, non ti pare che mi vada meglio se scelgo l’originale e non la brutta copia?

La verità è che tutti i musicisti all’inizio hanno queste due caratteristiche: fanno cacare e copiano. Vale per me, vale per i Limp Bizkit, vale per tutti. Potremmo proprio dire che è un passaggio obbligato: all’inizio fai cacare e copi. Poi - se vali - trovi la tua voce, il tuo stile personale (più o meno derivativo) e migliori. Il trucco (non facile) è evidentemente quello di capire che ci si trova ancora nella fase 1 (cacare e copiare) ed evitare di diffondere i propri demo (se non addirittura fare i dischi). Invece questo non succede, e molti davvero pensano che basti imparare due accordi, farsi i tatuaggi giusti e fare le faccine intense...

E' vero: Zombie Kid (che non conosco, direi, se non per quello che leggo sul giornale) usa un linguaggio crudo e diretto, deridendo senza pietà gruppi spesso semplicemente impantanati nella fase 1. Capisco che possa essere doloroso. Penso però anche che offra un servizio insostituibile, perché nell'ipotesi (possibile) che il tuo demo faccia cacare, stai certo che nessuno te lo dirà. Ti diranno "bello" e ti lasceranno cuocere nel tuo brodo (parlo per esperienza). Zombie Kid invece se l'ascolta e poi ti dice quello che pensa. E' troppo legato ai suoi gusti? Chi non lo è? E' troppo cattivo? E chi non lo sarebbe, dovendosi ascoltare decine di gruppi che invece di perdere tempo a spedire cd dovrebbero usarlo per migliorarsi? Usa un linguaggio inaccettabile? Forse, ma non mi pare il dato rilevante. Invece offre a chi inizia una merce preziosa, utile e rara: la sincerità. Se non volete correre il rischio di sentirvi offesi basta non mandargli i demo. Un gruppo si è perfino rivolto all'avvocato: occhio, che magari vi tutelerà dalla cattiveria del Kid, ma non dal vostro peggior nemico: voi stessi.


© 2002 Sergio Messina