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Anonimato

"Internet è un mezzo molto potente; il pericolo risiede nell'anonimato, che consente a chiunque di commettere degli illeciti". Ecco una fesseria che se le dice Mtv mi viene da sorridere pensando ai danni dell'informazione, spesso imprecisa e sensazionalistica. Se invece la sento dire da un direttore di telegiornale, allora - perfino se si tratta di Emilio Fede - mi preoccupo un po'. Tra tutte le sciocchezze che si dicono su Internet, questa infatti mi pare davvero altisonante e pericolosa. E allora, dato che magari qualcuno di voi (pur non essendo sgradevole come Emilio Fede) s'è lasciato convincere, ho pensato di parlare dell'anonimato in rete, anche se a occhio direi che Fede non legge Rumore - e certamente nutre molte altre convinzioni ben più paradossali. Se non usate Internet, non vi interessa proprio e vi pare solo una fastidiosa moda passeggera potete saltare quest'articolo (e pregare che l'anno prossimo sia il '99, poi il '98 e così via).

In rete: quando vi collegate ad Internet il vostro provider assegna al vostro computer un numero, detto IP. Questo numero costituisce la vostra carta d'identità temporanea durante la navigazione. Dovunque voi andiate, qualsiasi cosa scarichiate o mettiate in rete, viene registrata dal vostro provider in speciali documenti chiamati log che, su disposizione del Ministero degli Interni, debbono essere conservati e resi disponibili su richiesta degli inquirenti per un periodo che credo sia di tre mesi. Questo significa che si può sempre sapere chi ha messo in rete cosa e dove, chi è andato su boombox.net, chi ha visitato rotten.com e chi ha scaricato il pornazzo snuff. Non è un caso che per avere una connessione anche gratuita si debbano dare tutti i propri dati personali (che vengono certamente verificati). Se poi si fanno acquisti in rete (obbligatoriamente con carta di credito) resta anche questa visibilissima traccia.

Cookies: molto spesso quando vi collegate ad un sito, questo chiede informazioni al vostro computer inviandogli un cookie (biscotto), che si installa sul vostro disco ed invia al sito dei dati su di voi: che browser si usa, quale risoluzione di monitor avete impostato, che genere di computer avete, ma anche da dove venite, quali siti visitate di solito, quali e quanti banner pubblicitari avete visto, in quale paese vi trovate, se avete effettuato acquisti online e molte altre. Non solo: il cookie può inviare queste informazioni automaticamente a molti altri siti.

Hotmail: apparentemente facilissimo; si registra un indirizzo di posta dando dati fasulli (il mio paese preferito è Anguilla) e ci si illude che la nostra posta diventi anonima. Lo è certamente se mandate a qualcuno il messaggio: "Tua moglie ti tradisce. Un amico". Se invece da quell'indirizzo ci commettete dei reati - o ci fate anche solo dello spamming - vi beccano subito. Come? Con solito indirizzo IP, che hotmail registra doverosamente nei suoi log. Facile, pulito, inesorabile (e giusto, mi pare).

Software gratis: Netscape regala Navigator, Microsoft regala il suo Explorer e perfino Napster è gratis. Babbi Natali? Macché: lo fanno per molte ragioni diverse, una delle quali è raccogliere informazioni su di voi (che infatti questi solerti software inviano regolarmente al loro padrone). Quale uso poi facciano di queste informazioni non lo so dire esattamente; riesco però ad immaginarne alcuni talmente brutti e scorretti che mi si accappona la milza, e sono certo che la loro creatività sia assai più ricca della mia.

Ci sono poi dei siti che offrono l'anonimato in rete; peccato però che così siate anonimi per tutti ma non per loro, che per legge devono conservare i log...

No, almeno in Italia non esiste l'anonimato online (a meno che non siate hackers, e proprio bravi). Navigare in rete è come guardare la tv essendo una famiglia auditel: non si spia mai di nascosto ma si è sempre ben visibili, innanzitutto nelle statistiche, nel bene e soprattutto nel male.

(pubblicato 11/00)