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  • Blue Dossier/Gli anni 70: formidabili o miserabili?
    (da Blue n. 123, agosto 2001) preleva

L'amico Fabio Di Cesidio (anche noto come Fabbione o dottor Kurando) è rimasto molto favorevolmente impressionato, quando li ha letti per la prima volta, da due miei libri autoprodotti intitolati "Il fumetto è morto" e "Moralista da fumetto". Si tratta di due volumi, usciti rispettivamente nel 1997 e nel 1998, che antologizzano alcuni miei scritti in massima parte accomunati dalla seguente caratteristica: sembra che vi si parli di fumetti ma in realtà vi si parla di tutt'altro, dall'etica alla politica, dal sesso alla religione. Quel che io penso, oggi, di queste due raccolte di articoli e saggi (redatti tra il 1993 e il 1998) è presto detto: le trovo velleitarie, ingenue, esageratemente aggressive, inutilmente terroristiche, spesso fastidiosamente supponenti. Diciamo pure che le ho quasi totalmente rinnegate, eccezion fatta per qualche intuizione e qualche spunto critico che tuttora mi appaiono non disprezzabili. Come mai, invece, il Di Cesidio seguita a reputarle così degne di interesse da domandarmi il permesso di inserirle nel suo sito? A questo non so rispondere, bisognerebbe chiedere direttamente a Fabbione. Quel che posso dire è che questi due libri hanno, per me, soprattutto il valore di un documento: essi, cioè, testimoniano i pensieri, le pulsioni, le angosce, gli interessi, gli atteggiamenti che hanno contraddistinto un periodo non breve della mia vita e, in special modo, una fase della mia produzione intellettuale. Li guardo, insomma, come si guarda una vecchia foto un po' ingiallita del tempo. Una foto che ritrae me stesso e nella quale, dunque, non posso non riconoscermi; rendendomi perfettamente conto, però, che quel Giuseppe Pollicelli non è il Giuseppe Pollicelli di oggi. Se il magma abbastanza informe di idee, aspirazioni, indignazioni, frustrazioni rappresentato da "Il fumetto è morto" e da "Moralista da fumetto" dovesse ancora rivelarsi in grado di comunicare qualcosa a qualcuno, smentendo il mio timore che si tratti invece di materiale ormai fossile, non ne sarò dispiaciuto. Tuttavia, nella remota ipotesi che usciate dalla lettura di questi due tomi con l'impressione di non avere sprecato del tutto il vostro tempo, che non vi venga in mente di ringraziare il sottoscritto. Tutti i meriti (e tutte le colpe) saranno infatti del solo dottor Kurando, che da pazzo ingestibile qual è ha voluto riesumare questi miei due parti giovanili a onta del buon senso e della convenienza.



Giuseppe Pollicelli

Roma, febbraio 2006