10 PIZZERIA.
Di Diego (Armando) Vitagliano.




Quando si pianifica una gita culturale fuori porta, la prima cosa a cui si pensa sono i punti d’interesse da visitare in giornata e solo dopo si provvede al fabbisogno calorico del viaggiatore del fine settimana, tipo rimediare un lauto pasto in un luogo discreto senza il rischio di venire assassinati da poltiglie commestibili spacciate per ghiottonerie locali.
Questa prassi è valida per tutte le escursioni all’interno dei confini italici, esclusa l’intera area del napoletano naturalmente.
Perché da quelle parti c’è la pizza e con la pizza non si scherza. Ma soprattutto non s’improvvisa.
Pertanto le regole di pianificazione di una gita culturale fuori porta si capovolgono e si procede al contrario: prima si sceglie una corrente filosofico-pizzaiola da abbracciare con rispettiva pizza fumante da introdurre nei propri visceri e poi si ha tutto il tempo per parlare di cultura.

E chi trova questa asserzione esagerata, perché tanto una pizza vale l’altra, ai lor signori suggerisco di rinchiudersi in casa e cibarsi esclusivamente di pizze Surgela, le cui varietà gremiscono i frigoriferi dei supermercati di mezzo mondo. Fanculo. Scaldatevi nel microonde il vostro disco cristallizzato di nevischio, aggiungete un po’ di mozzarella dozzinale tanto per dare una botta di vita alla vostra mangiatina tout court e godetevi quel portento fumante mentre vi leggete compiaciuti la variopinta confezione cartonata che annuncia lieviti madri prodigiosi e ammalianti lievitazioni di ore e ore.

Per farla breve, io e la mia combriccola di bravi ragazzi abbiamo deciso di visitare le scintillanti rovine di Ercolano e Pompei (Priapo uno di noi!) partendo da Roma, non prima di aver stabilito un pit stop pizzario strada facendo.

Per questioni squisitamente automobilistiche avremmo potuto vincere facile, operando una breve deviazione a San Giorgio a Cremano, per approdare a colpo sicuro nell’elegante pizzeria dei Fratelli Salvo.

Ma la smania di morsicare pizze ingombranti alla vista ma paradisiache al gusto, ci ha fatto virare il timone in modo drastico, operando un testacoda simbolico e puntando dritto a Bagnoli nella più recente 10 Pizzeria di Diego Vitagliano.

La prima volta che sentii parlare di Diego e la sua imminente apertura a Pozzuoli, m’incuriosii non tanto dai riflettori gastronomici puntati sul giovane pizzaiolo o per via delle sue pizze dal cornicione extra canottato, quanto dalla precisa scelta di maturare l’impasto col metodo indiretto affidandosi interamente ai prodigi della Biga.

Trasportato dalla metropolitana di Napoli linea 2 direzione Pozzuoli, dopo una placida e assolata passeggiata sul lungomare, giunsi davanti a una struttura nuova di pacca.
10 Pizzeria. Un numero eterno il cui riferimento calcistico d’appartenenza è quasi offensivo a starlo a spiegare.
Mi accomodai a un tavolino all’aperto e ordinai una semplice marinara.
Rinfrancato della brezza che pareva venuta apposta a soffiare per l’occasione, mi venne piazzata davanti una pizza esagerata!
Bordi rigonfi come una ciambella di salvataggio della marina militare, ma al taglio, tra le dita e nella bocca fette soffici come seta, bollose, sugose.
Equilibrio fra pasta e condimenti perfetto. Una meraviglia.
Nient’altro d’aggiungere.

Breve digressione pizzofila.
La tendenza del cornicione maggiorato, a Napoli ha avuto i suoi corsi e ricorsi storici.
Il più delle volte, soprattutto per via del classico impasto diretto a lievitazione breve e farine non perfezionate come quelle di oggi (ma anche per le capacità del pizzaiolo), i bordi risultavano troppo panosi o gommosi, costringendo il cliente ad abbandonarli nel piatto.
Negli anni, l’evoluzione partenopea della specie ha assottigliato il bordo pizza affinando in meglio le tecniche e l’equilibrio d’insieme.

E ritorniamo alla combriccola di bravi ragazzi assiepati in macchina e bramosi di raggiungere Bagnoli all’ora di quando la testa fantastica pizza e lo stomaco risponde a colpi di grugniti sempre più insistenti e udibili.
C’era ancora un ostacolo da affrontare in città: la tangenziale.
Che per il napoletano percorrerla è naturale come il Grande Raccordo Anulare lo è per il romano, ma non quando ci si affida unicamente alla tecnologia satellitare…
C’è ancora qualcosa di antichissimo e misterico lungo quelle strade sopraelevate, perché se segui per filo e per segno le indicazioni del navigatore, puoi trovarti a fare avanti e indietro pagando più volte il pedaggio con una facilità disarmante. Trasferta che può trasformarsi in un viaggio della speranza.
Voi fate una cosa. Prendete come riferimento i grattacieli di Kenzō Tange del centro direzionale della stazione dei treni. Se i palazzoni specchiati ve li lasciate alle spalle e dopo un bel po’ vi riappaiono all’orizzonte, è quasi certo che vi siete persi per sempre.



Finalmente Bagnoli.
Uno skyline intriso di un passato fatto di operai, impianti industriali e ciminiere delle fabbriche.
Un’area pullulante che traeva linfa vitale dall’acciaieria dell’Italsider.
Poi lo stabilimento ha chiuso i battenti e il tempo si è fermato.
E ancora oggi si attende una seria bonifica del territorio come il miracolo di un santo.

A prima vista, la nuova 10 Pizzeria infonde un chiaro segnale di riscatto verso il quartiere.
Luogo curato, ambiente giovanile, proposta cibaria considerevole.
E le protagoniste assolute, le pizze, sono sempre belle da vedere, annusare e trangugiare.
Rispetto alla volta precedente, ho operato un upgrade nella scelta della mia pizza.
Ogni divoratore professionista che si rispetti, sa che i primi approcci a una nuova pizzeria esigono condimenti scarni, per saggiare e atomizzare sul palato ogni minuscola variabile; dopodiché, quando il locale ci ha convinto, possiamo abbassare la guardia e spaziare nella varietà dell'offerta.
Per l’occasione mi sono concesso un piatto rivisitato, la Marinara Sbagliata, col suo morbido impasto intriso di pomodoro San Marzano dell’Agro Nocerino Sarnese, Confettura di pomodoro, Aglio Orsino, Origano del Matese e Olio Evo Nostrale di Lauro. Una bontà. Ogni morso una piccola riappacificazione coi propri sensi.

A presto Diego.



“Ecco le pizze. La marinara sbagliata di chi era?”
“Qui, grazie”
“Ecco, prego”
“Scusami. Ma è sbagliata”
“Sì, è la marinara sbagliata”
“No dico, è sbagliata proprio la pizza”
“Ah sì? Un attimo che controllo”
“Ma no dai, sto a scherzà! Era una battuta…”

Ah ah ah.


Kurando.
Giugno 2018.

Giano Zafferallo. Gambero Bronx.