| signori, che dire io per buttare 
            benzina sul fuoco
 appiccico qui una mail fregata da un forum di 
            protesta che si era acceso in occasione del fanta scorso 
            all'overlook, dove c'è il tizio artefice del mio nome, di cui adesso 
            vado orgoglioso.
 io ho senito un editore potenzialmente 
            disponibile per il progettino, gamera 76 per favore fotocopia tutto, 
            kurando beccamose.
 io le sere fino al 30 maggio sono disponibile 
            solo di lunedì.
 e ora beccatevi questa, preparatevi che è 
            lunga
 Si', questo post nasce soprattutto da un dubbio. Da un 
            interrogativo che mi
 viene spontaneo pormi. Perche', di fronte 
            al deprimente spettacolo offerto
 oggi dal "pubblico" (virgolette 
            d'obbligo) di questa manifestazione, e'
 logico che uno si faccia 
            delle domande. Premetto una cosa: non sono affatto
 un "niubbo" 
            del Fantafestival. Ho seguito, con maggiore o minore frequenza,
 tutte le edizioni di questa manifestazione a partire dal 1990 
            fino al 1998.
 Poi, tre anni di assenza, e oggi, per la prima 
            volta, il ritorno, alla
 multisala Overlook. Certo, tre anni sono 
            tanti, uno cambia come persona e
 magari cambia anche come 
            spettatore. Puo' cambiare la sensibilita' verso un
 film, magari 
            verso il cinema. Questo posso capirlo. Pero' mi pare davvero
 impossibile, non riesco davvero a crederci, che io fino a tre 
            anni fa
 potessi tollerare comportamenti del genere. Il pubblico 
            del Fantafestival
 che ricordo io (ripeto: prendete con le molle 
            quello che sto dicendo, il
 tempo potrebbe aver modificato i 
            ricordi) era un pubblico "vivo", partecipe,
 entusiasta o 
            scazzato a seconda dei casi. Ma anche preparato, e,
 soprattutto, 
            appassionato. Capace di *capire* quando un film merita, e va
 seguito, e quando invece e' una cacata, e puo' essere 
            spernacchiato. Capace
 di applaudire ad una scena gore, o di 
            prendere per il culo un dialogo
 particolarmente idiota; ma 
            capace anche di non rompere il cazzo a chi il
 film vuole 
            seguirlo come si deve.
 Cosa ho visto oggi, invece? Sala 3 
            dell'Overlook, film in programmazione "La
 frusta e il corpo" di 
            Mario Bava, "28 days later" di Danny Boyle, il corto
 "Space Off" 
            di Tino Franco, "La citta' verra' distrutta all'alba" di George
 Romero (ma a quel punto gia' ero sulla strada per casa). Alle 
            18.30 inizia
 il film di Bava, in sala ci saranno una ventina di 
            persone al massimo. Tre
 beoti, seduti in una fila centrale sulla 
            destra, iniziano ad urlare e a fare
 battute imbecilli ad ogni 
            scena del film. Non c'e' niente da fare, e'
 un'impresa seguire 
            il film, perche' e' l'azione dei beoti e' senza tregua:
 in 
            particolare ce n'e' uno (la cui faccia ricordo benissimo, come del 
            resto quella degli altri due), che sente il maledetto bisogno di 
            sottolineare ogni
 scena con le sue sagaci uscite in voce 
            baritonale. Il livello delle battute
 e' davvero da quinta 
            elementare, per un po' il resto della sala non
 reagisce, io 
            stringo i denti e cerco di concentrarmi sul film, sperando (che 
            ingenuo!) che il tizio dopo un po' si stufi. A un certo punto uno 
            dietro di
 me salta su e dice chiaro e tondo al tizio che 
            vorrebbe vedere il film, e
 non sentire lui e i suoi amici; 
            quello tranquillamente, con il tono piu'
 ragionevole del mondo, 
            gli risponde: "Ehi, ma dai, siamo al Fantafestival,
 che 
            pretendi.... la aspettiamo per tutto l'anno, questa manifestazione". 
            Un
 altro da' man forte a quello che protesta, rincarando la 
            dose: "Stai facendo
 il simpatico, stai riciclando le battute", 
            nel frattempo entra una coppia
 che e' tutta un tatuaggio e un 
            piercing e si siede proprio vicino al
 sottoscritto, mettendo le 
            mani avanti: "noi siamo arrivati adesso, non
 stavamo facendo 
            niente". In tutta questa allegra cagnara, nel frattempo il
 film 
            va avanti, ed e' sempre piu' difficile concentrarsi su quello che
 accade sullo schermo. I commenti dei tre vanno avanti a voce un 
            po' piu'
 bassa (ma assolutamente non tale da non rompere i 
            coglioni), il tizio sembra
 essersi placato, ma adesso il 
            problema viene dalla mia destra: la coppia
 tatuata ha cominciato 
            a ruminare e a trangugiare rumorosamente una qualche
 cibaria 
            particolarmente gustosa (almeno spero che cosi' fosse per loro). Dal
 ruminare si passa al conversare, con i due che iniziano 
            tranquillamente a
 raccontarsi i cazzi loro, disinteressandosi 
            del film, dal conversare si
 passa a.... beh, si passa a qualcosa 
            che ha sfiorato il rapporto sessuale,
 senza la minima 
            preoccupazione di stare dentro un fottuto cinema con altre
 venti 
            fottute persone. Vabbe', il film finisce e il pubblico applaude 
            ("che
 cazzo applaudite?", mi veniva di dirgli. "Perche', volete 
            darmi ad intendere
 di averci capito qualcosa??"), nel frattempo 
            il povero Mario avra' avuto
 modo di rivoltarsi piu' volte nella 
            tomba, non sopportando che un suo film
 sia stato dato in pasto a 
            un pubblico del genere (va bene che lui sosteneva
 di aver fatto, 
            nella sua vita, "solo grosse stronzate", ma un trattamento
 del 
            genere, davvero, non lo merita nemmeno il filmino di una prima
 comunione).
 Pausa, io mi ricarico, cerco di farmi forza, 
            penso che probabilmente, per il
 film di Boyle, ci sara' un 
            pubblico piu' "selezionato", che probabilmente i cazzoni non 
            andranno a vedere un film che loro reputano "commerciale".
 Speranza vana, anzi, ridicola. I tre cazzoni, al ritorno in 
            sala, sono di
 nuovo al loro posto, la coppia tatuata e' un po' 
            piu' dietro, ma ben decisa
 a restare in sala, e nel frattempo 
            sono arrivati i rinforzi. Nella sala, che
 man mano si va 
            riempiendo, serpeggiano discorsi inquietanti: "Pensa avere
 dietro un rompipalle, che non sopporta il casino", o un piu' 
            esplicito "Oh,
 cerchiamo di fare piu' caciara possibile". Il 
            sottoscritto, stavolta, e'
 determinato a farsi sentire, il film 
            gli interessa, sapete com'e'. Avevo
 anche in mano una 
            bottiglietta, e pensavo che, se lanciata al punto giusto,
 potesse rappresentare un valido deterrente per gli scassacazzi. 
            Propositi
 bellici abbandonati poco dopo: una volta spente le 
            luci (dopo una breve
 introduzione di Ravaglioli con le solite 
            due cazzate sul festival, e la
 presentazione, in sala, del 
            protagonista di "Diabolik" di Bava, vatti a
 ricordare come si 
            chiama), e' stato subito chiaro che stavolta non si
 trattava di 
            tre o quattro persone: stavolta c'era un nutrito numero di
 spettatori che faceva un casino continuo, martellante, 
            insopportabile. Il
 tizio baritonale e' tornato piu' in forma che 
            mai con le sue battute da
 quinta elementare, le risate stridule 
            dei suoi amici echeggiano nella sala
 coprendo i dialoghi del 
            film, da altri settori si levano altre battute ed
 altro casino, 
            e' il caos piu' totale. Il resto della sala e'
 *accondiscendente*, anzi *divertito*. Nessuno sembra fottersene 
            minimamente
 di vedere il film in condizioni decenti, anzi, gran 
            parte del pubblico ride
 e da' man forte ai casinari. Io e un 
            paio di persone dietro di me
 protestiamo vivamente, ma non c'e' 
            niente da fare: le proteste sono come
 gocce nell'oceano. Un 
            oceano di dilagante imbecillita' che ha ormai
 contagiato tutta 
            la sala.
 La tortura dura ininterrotta per tutto il film, sui 
            titoli di coda molta
 gente se ne va, altri entrano, la sala 
            comunque si e' notevolmente svuotata.
 Senza pause, mentre la 
            gente e' ancora intenta ad entrare e uscire
 (complimenti anche 
            all'intelligenza degli organizzatori), inizia "Space
 Off": e vi 
            giuro che non c'e' stato un attimo di pace nemmeno su questo
 povero cortometraggio. Il casino maggiore, stavolta, oltre che 
            dai soliti
 tre beoti (il baritonale e i due amici), veniva da un 
            gruppetto alla mia
 sinistra, munito di popcorn e birra. Questi 
            tizi *non sapevano nemmeno cosa
 stessero guardando*: "guarda che 
            e' un cortometraggio, non un film", fa uno
 dietro. Cristo 
            santissimo. Alla fine del corto, il (simpatico) regista,
 presente in sala, si intrattiene con alcuni spettatori, e, 
            orrore, stringe
 la mano al tizio baritonale. Probabilmente il 
            povero Tino Franco non si
 sara' avveduto che quel tizio era lo 
            stesso che era stato per tutto il tempo
 a prendere per il culo 
            il suo film; altrimenti penso che gli avrebbe,
 giustamente, 
            sputato in faccia.
 Roba da non crederci, insomma, un insulto al 
            cinema, un insulto
 all'educazione e al rispetto, e un insulto, 
            piu' in generale,
 all'intelligenza umana. Ripeto: non so se in 
            questi tre anni in cui sono
 stato lontano dal Fantafestival la 
            mia sensibilita' di spettatore sia
 cambiata, e la mia tolleranza 
            verso certe forme di "esternazione" si sia
 abbassata. Forse e' 
            successo anche questo. Pero' cazzo, io mi ricordo che
 negli anni 
            passati un film di Bava si riusciva a seguire, su una cazzo di
 retrospettiva nessuno fiatava, un cortometraggio, se valido, 
            veniva trattato
 con rispetto, e un film, se valido, era oggetto 
            di approvazione e di
 applausi, e non di continue battute e 
            dileggi. Il cinema, in certi contesti,
 puo' essere *anche* 
            partecipazione popolare: ma un conto e' la
 partecipazione 
            popolare, un conto e' rompere il cazzo. Questa gente mi fa
 solo 
            schifo, li metto sullo stesso livello dei tamarri che all'Adriano 
            vanno
 a vedere "The Eye" e cianciano per tutto il film, 
            commentando con battute
 idiote le scene piu' tese. Anzi, questi 
            del Fantafestival sono peggio: i
 tamarri non conoscono il 
            cinema, se ne fregano della qualita' del film, per
 loro "The 
            Eye" vale quanto un film dei Vanzina; il cinema e' solo un modo
 come un altro per passare una serata. Quelli del Fantafestival 
            hanno
 l'aggravante di conoscere il cinema, altrimenti non 
            andrebbero a una
 manifestazione cosi' specializzata; lo 
            conoscono, gli viene offerto e loro
 ci sputano sopra. Questa 
            gente *si merita* l'attuale, infimo livello del
 festival; si 
            merita le retrospettive dei film visti migliaia di volte, si
 merita le "anteprime" di film che tra una settimana usciranno al 
            cinema, si
 merita i film trash che probabilmente vedranno solo 
            loro. Anzi, a ben vedere
 gente cosi' non meriterebbe nemmeno 
            questo: gente cosi' non dovrebbe proprio
 mettere piede in una 
            sala cinematografica. Andate in discoteca, a fare gli
 imbecilli: 
            e' un luogo piu' consono. Al cinema e' una cosa forzata, e in
 piu' avete anche l'inconveniente di poter trovare qualche (raro) 
            esemplare
 di persona che, quando entra in una sala 
            cinematografica, vuole vedersi un
 film.
 Da parte mia, il mio 
            rapporto col Fantafestival e' definitivamente chiuso: e
 mi 
            dispiace molto, perche' questa manifestazione, in anni passati, ha
 rappresentato molto per il sottoscritto, e ad essa sono legati 
            bei ricordi.
 Ma i tempi sono cambiati, ormai i film "rari" si 
            trovano facilmente in DVD,
 il livello qualitativo del festival 
            e' precipitato, e il livello di
 intelligenza del suo pubblico e' 
            sceso sotto zero. I film che non usciranno
 in sala continuero' a 
            vedermeli in DVD: e' *sicuramente* meglio che
 sopportare una 
            tortura come quella che ho dovuto sopportare oggi,
 onestamente 
            troppo per qualsiasi appassionato di cinema.
 
 
 baritonal
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